Old New York City Project


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Battery Park

Downtown I

Situato nella parte più a sud dell'isola di Manhattan il parco, o The Battery come lo chiamano gli americani, prende il nome dalla batteria di 28 cannoni che presidiò la zona dal 1693 al 1695 su disposizione del governatore Fletcher, come difesa della città da un possibile attacco francese ordinato da Luigi XIV.
In realtà il primo cannone nella zona fu montato sulla spiaggia nel 1683 su ordine del governatore
Dongan e installato dietro Fort James (un tempo Fort Amsterdam, la prima postazione di difesa edificata dagli olandesi a Manhattan). Un successivo documento militare, datato 1738, cita che "c'è una batteria all'imboccatura del porto dove saranno montati 50 cannoni".
Nel 1756 i cannoni divennero 92 e, nel frattempo il forte aveva cambiato più volte nome passando da William ad Anne sino a
Fort George.
Un anno dererminante per la zona fu il 1783 quando, il 25 novembre, il veterano
John Van Arsdale riuscì a tirar giù la bandiera inglese per issare quella americana che sventolò per la prima volta su Manhattan.
Quel giorno, ricordato come l'
Evacuation Day", la fine dell'imperialismo inglese era stata formalmente sancita.

Battery Park si affaccia sulla baia del porto di New York . Sulla destra si nota la Firehouse e in lontananza la Statua della Libertà. Cartolina del 1910 ca.

La commemorazione fu celebrata ogni anno con una competizione che vedeva a Battery Park i giovani della città tentare di tirar giù la bandiera inglese arrampicandosi su un palo ricoperto di grasso.
Nel 1807 la città e lo stato di New York cedettero il terreno al governo per dar via ad una nuova costruzione fortificata, allora denominata
West Battery, oggi noto come Castle Clinton (vd. sezione dedicata più in basso), l'edificio più significativo della zona.
Questo lungomare è stato luogo di passeggiate sin dal XVII secolo e nel tempo ha subito parecchie modifiche, dovute a vasti interramenti, al punto che dove un tempo si estendeva la riva oggi c'è
State Street. La sua natura però è stata sempre preservata e i buildings non hanno mai invaso il terreno della Batteria. Ai margini del parco il Battery Park Building, o l' Eastern Hotel, erano costruzioni discrete, senza l'ambizione verticale ed estetica che di li a poche centinaia di metri avrebbe distinto il distretto finanziario.

L'iconografia della zona, considerata dai produttori di cartoline e dai viaggiatori uno dei migliori soggetti alternativi alla classica skyline, si è sempre caratterizzata per il contrasto tra il verde della vegetazione che si estende sino a sfiorare l'azzurro delle acque della baia dell'Hudson.
Specialmente in estate, mentre le strade della
city erano bollenti, a Battery Park spirava sempre una brezza gradevole e rinfrescante, preziosa come mai in una città che ancora non aveva scoperto la potenza dei condizionatori d'aria.
Il tema dei grandi contrasti non è solo un aspetto che riguarda l'estetica della zona. Oltre ai timori di invasione, alla liberazione dagli Inglesi e alle passeggiate lungomare
Battery Park ha costituito, prima di Ellis Island, il luogo d'arrivo e di accettazione di oltre 8 milioni di immigrati provenienti da tutta Europa. Ad accoglierli c'era Castle Clinton, edificio dalla storia camaleontica.

Castle Clinton

Il primo mattone di Castle Clinton, un forte a struttura circolare in pietra arenaria, venne posato nel 1808 su una piccola isola artificiale a circa 60 metri dalla riva, ad essa collegata da una strada sopraelevata. Il progetto era opera degli architetti John McComb Jr. (uno degli architetti della City Hall) e Jonathan Williams, già noto per il Castle Williams di Governors Island. Il primo nome della costruzione fu West Battery e doveva rappresentare una ulteriore difesa della baia insieme al citato Castle Williams e, nel 1815, gli venne assegnato il nome di Clinton in onore del sindaco di New York Dewitt Clinton. La destinazione bellica della struttura fu di breve durata e, nonostante la guerra con gli inglesi del 1812-1815, il forte non fu mai teatro di battaglie. La struttura aveva nel suo destino un futuro, anzi più futuri, diversi. Nel 1821 si trasformò in luogo di intrattenimento e, abbellito con piante e una fontana, venne

inaugurato il 3 luglio del 1824 con il nome di Castle Garden, divenendo un polo d'attrazione per i newyorchesi e non solo.
Furono anni d'oro per il forte a forma di cerchio. Nel 1845 la struttura fu ricoperta da un tetto e gli interni dotati di una sala concerti. Tra birrerie di lusso, ristoranti all'aperto, spettacoli musicali e teatrali l'apice venne raggiunto l'11 settembre del 1850, quando la celebre soprano svedese Jenny Lind, nota come "l'usignolo svedese" tenne, davanti a 6.000 persone, il primo di una serie di concerti in giro per l'America, organizzati dal grande manager e uomo di spettacolo P.T. Barnum. Il primo agosto del 1855, anno in cui gli interramenti unirono il castello all'Isola di Manhattan, Castle Garden tornò ad avere un ruolo istituzionale, anche se non bellico. Da quel giorno il forte divenne il punto di raccolta e registrazione degli immigrati, prima struttura dedicata all'immigrazione nella storia mondiale, funzione che mantenne sino al 18 aprile del 1890 .
La contadina
Rosa Cavalieri, nel raccontare alla scrittrice americana Marie Ets Hall le sue memorie raccolte nel 1970 in " The Life of an Italian Immigrant" (trad. it. Vita di un'immigrata italiana a cura dell' Ecoistituto Valle del Ticino, 2003) così descrisse il suo ingresso a Castle Garden nel 1887: "Ci ritrovammo in uno stanzone buio e polveroso, illuminato solo da qualche spiraglio di luce che veniva dal soffitto. Là dentro era ammassata tanta povera gente come noi, sbarcata poche ore prima che aspettava seduta su delle panche o per terra. Una parte di quel locale era occuoata da vecchi tavoli con sopra del cibo che si poteva comprare, Verso il centro, chiuse tra due sbarre di ferro, c'erano delle scrivanie davanti a cui si passava per i controlli".
I tempi dell'usignolo svedese sembravano lontanissimi, ma il castello avrebbe riservato ancora delle sorprese. L'ufficio immigrazione, dopo la parentesi del Barge Office (vd. paragrafo successivo), sarà difatti trasferito alla più celebre Ellis Island il 1 gennaio 1892.

Nel 1923 iniziarono i lavori di ampliamento ed un nuovo piano venne innalzato sulle mura originali dell'entrata.

Questa foto aerea, scattata nel 1928, evidenzia le importanti modifiche apportate all'acquario a metà degli Anni 20.

E a cosa venne adibito a quel punto il forte circolare? Abbandonati i progetti istituzionali, Castle Garden divenne sede dell'Acquario di New York dal 1896 al 1941, rivelandosi per molti anni l'attrazione più popolare e più frequentata della città con oltre due milioni di visitatori l'anno, come testimoniato da una cartolina promozionale del 1915. L'interno dell'acquario era suddiviso in cinque grandi di vasche piene di tartarughe giganti, pinguini, leoni marini e coccodrilli. Le pareti avevano piccoli acquari inseriti in strutture d'acciaio, dove erano conservati pesci esotici di tutto il mondo. Nel 1923 furono pianificati importanti lavori di ristrutturazione che avrebbero cambiato l'architettura del forte, specialmente nella parte anteriore, con l'innalzamento di un piano caratterizzato da due torri alle estremità. Il direttore dell'acquario era, all'epoca, Charles H. Townsend che annunciò l'installazione di nuove vasche per oltre 200 specie di pesci esotici e l'arrivo di una grande varietà di squali di ogni specie. Nel 1932, al culmine della popolarità, l'acquario fu il protagonista del romanzo di Stuart Palmer " The Penguin Pool Murder" (lett. "Omicidio nella vasca dei Pinguini") dal quale, nello stesso anno, venne tratto l'omonimo film diretto da George Archainbaud con protagonista l'attore James Gleason nei panni dell'ispettore Oscar Piper.
L'acquario era talmente entrato a far parte della vita dei newyorchesi che negli anni trenta uno degli scherzi per
il primo aprile più in voga tra gli impiegati era quello di lasciare un biglietto con su scritto "Ha chiamato il signor Fish (trad. it "pesce") chiede di essere richiamato urgentemente al n. Whitehall 4-1560. Era il numero telefonico dell'Acquario.

11 settembre 1850, tutto esaurito al Castle Clinton per il concerto di Jenny Lind. Stampa del 1850 ca.

Castle Garden,1855. Primo edificio nella storia degli USA dedicato alla registrazione degli immigrati.

Le vicinanze di Castle Garden erano luogo di eleganti passeggiate come testimonia questa cartolina del 1910.

Gli interni dell'acquario di New York City, ospitato a Castle Clinton sino al 1941. Cartolina del 1920 ca.

Il 1941, dopo tante vicissitudini e trasformazioni, poteva essere l'anno della fine dell'edificio più famoso di Battery Park. Il politico e urbanista Robert Moses, figura potente e controversa, accusato più volte di "preferire la automobili alle persone" avviò una campagna per la costruzione di un ponte tra Battery e Brooklyn, progetto che avrebbe comportato l'abbattimento del Forte. Moses, all'epoca anche commissario del parco, alla fine non riuscì nel tentativo di costruzione del ponte, grazie anche a una reazione popolare in difesa dell'edificio, ma riuscì comunque a decretare la chiusura dell'acquario con conseguente trasferimnto a Coney Island e fece in tempo a far rimuovere le strutture aggiuntive come il tetto e il piano superiore. Allo stato delle cose, il forte subì comunque gravissime conseguenze da quella situazione.
Cominciò un periodo di decadenza e, nonostante che il 12 agosto del 1946 fu dichiarato monumento nazionale con il nome originale di
Castle Clinton, restò chiuso per anni sino a quando, nel 1976, fu restaurato e riaperto. Oggi è amministrato dal National Park Service ed è il punto di partenza per i visitatori diretti alla Statua della Libertà o ad Ellis Island.

Il primo Barge Office, dipinto ad olio del 1850 di Marie Francois Regis Gignoux (1814-1882).

Il Barge Office

Il Barge Office, ufficio doganale collocato alla fine di Whitehall Street sul lato est dell'Hudson (East River), fu edificato nel 1880 sul terreno della prima struttura in legno che dal 1830 al 1880 assolse quelle funzioni. Come il suo predecessore, l'edificio affacciava sul molo dove erano ormeggiate le chiatte ("barges") che gli ispettori doganali utilizzavano per accostarsi alle navi da controllare.
La nuova costruzione si rese necessaria data l'espansione che il porto di
New York, e il relativo traffico marittimo, ebbero alla fine di quel secolo. La fama dell'edificio non è però legata alla sua funzione originaria, ma al ruolo che ha avuto nella storia dell'immigrazione. Nel periodo di transizione che andò dal 19

Il nuovo Barge Office in una foto del 1900 ca. Courtesy of the Library of Congress, Prints and Photograph.

aprile del 1890 sino al 31 dicembre del 1891, in attesa che la nuova struttura di Ellis Island aprisse i battenti il 1 gennaio del 1892, fu il Barge Office il punto d'arrivo degli immigrati provenienti da tutta Europa.
Quella parentesi rappresentò una delle pagine più difficili per la già sofferta epopea dell'immigrazione. La struttura, buona per le ispezioni doganali della merce, era inadeguata ad accogliere la mole di immigrati che si riversava quotidianamente dalle chiatte su quel molo dopo giorni e giorni di viaggio. Ciò faceva crescere la tensione e alimentava il nervosismo tra gli ufficiali che non ci pensavano due volte a usare le maniere forti, anche quando non era necessario.

Le cronache dell'epoca difatti raccontavano di come la vista della massa di immigrati "esaltava il senso del pittoresco e disgustava il senso dell'olfatto" e i bambini italiani, ricoperti da fasce come era in uso all'epoca, erano descritti come "moderne mummiette" che sorridevano in grembo alle loro madri, (New York Times Magazine, 14 agosto 1898, articolo di Cromwell Childe).
Furono proprio gli italiani una delle comunità più numerose e un aiuto venne loro da
Padre Giuseppe Bandini che, arrivato a New York, ottenne di installarsi nel Barge Office. Con

''Emigrant Landing'', Battery Park. Cartolina dei primi del '900.

il sostegno di persone di fiducia il prete italiano si prodigò nell' aiutare i nostri poveri e spaesati emigrati a destreggiarsi in terra d'America. Bandini fu accreditato come rappresentante italiano al Labor Bureau, l'ufficio governativo dove i vari rappresentanti dell'emigrazione cercano di procurare lavoro a condizioni vantaggiose e, soprattutto senza l'intervento di intermediari senza scrupoli. Quando, nel 1892, fu inaugurata Ellis Island, il Barge Office tornò alle sue funzioni doganali e marittime, ma il capitolo immigrazione non era

Ad Ellis Island, il 14 giugno del 1897, scoppiò un incendio che devastò la prima struttura costruita sull'isola. L'ufficio immigrazione, costruito pochi anni prima, divenne inagibile e il Barge Office tornò ad essere il luogo d'accoglienza di quella massa pittoresca di uomini, donne e bambini sino al 16 dicembre del 1900, presentando le stesse, se non maggiori, difficoltà di prima.
La ristrutturazione di
Ellis Island chiuse l'epopea dell'Emigrant Landing al Barge Office e, almeno per quanto riguarda le dimensioni, il nuovo sito costituì comunque un miglioramento delle condizioni d'accoglienza degli immigrati. Il Barge Office continuò ad essere la dogana di New York sino al 1907 quando un nuovo edificio (la Custom House) fu costruito in stile beaux arts ai piedi della Broadway, su progetto dell'architetto Cass Gilbert. Sul sito di quello che fu il Barge Office oggi c'è il terminal dei traghetti per Staten Island.

La Firehouse

La Firehouse, a pochi metri da Castle Clinton, era la sede del dipartimento marittimo dei Vigili del Fuoco di New York (Fire House Department's boathouse), al cui molo ormeggiava la storica lancia antincendio New Yorker. La costruzione, edificata in stile vittoriano, era caratterizzata da una torre utilizzata dai pompieri per avvistare gli incendi a bordo delle navi nella zona portuale. Il fascino particolare di questo edificio venne colto dalla celebre fotografa Berenice Abbott che, nel 1931, ne realizzò alcuni celebri scatti, privilegiando la piccola Firehouse e ignorando il vicino Castle Clinton. Nel 1941, quando il progetto del ponte tra Battery e Brooklyn venne cancellato in favore della costruzione di un tunnel, i lavori di scavo ne decretarono la distruzione. Della Firehouse rimane, oltre agli scatti della Abbott, questa splendida cartolina che la incornicia tra un lampione liberty e la passeggiata solitaria di un uomo sul molo.

Tutti i Santi Giorni

Negli anni della Greater New York, a intervalli di un'ora, il Manhattan ed altri traghetti simili trasportavano quotidianamente migliaia di pendolari da e per Staten Island, l'isola di 265 km² a sudovest di Manhattan diventata uno dei cinque distertti della metropoli.
Ad ogni sbarco
Battery Park si trasformava in un teatro di situazioni, dove lo scenario cambiava con il passare del tempo. La tipologia dei passeggeri che ora dopo ora scendevano a terra diventava, per chi sapeva osservare, uno specchio sociale, un trattato antropologico in presa diretta. Le attività commerciali iniziavano all'alba quando, puntuali ogni mattina, due donne con il loro banco nei pressi del Barge Office vendevano la colazione a base di " crullers" (ciambelle fritte dai bordi frastagliati, ricoperte di zucchero) e banane. I primi a sbarcare dall'isola, alle cinque di mattina, erano gli operai,

seguiti alle sei da magazzinieri e commesse, alle sette e alle otto dagli impiegati. Più tardi, salvo qualche eccezione, era il turno di funzionari e i dirigenti che, facendo colazione a casa preparata dalla servitù, snobbavano puntualmente le due venditrici.
A tarda mattina lo scenario cambiava radicalmente.
Battery in quelle ore era appannaggio dei turisti, che arrivavano da tutta l'America per vedere la Statua della Libertà, visitare l'Acquario o, semplicemente, ammirare il panorama della baia. C'era un momento in cui però tutto si confondeva. Nell'ora di pausa dal lavoro, dal vicino distretto finanziario tutti si riversavano sulla " promenade", il lungomare con le panchine dove gli stenografi e le dattilografe andavano a rubare un pò di abbronzatura nei mesi estivi prima di rientrare in ufficio. Difficile in quell'ora distinguere il turista dal lavoratore, lo sportman dal funzionario in maniche di camicia, la dattilografa dalla gitante. Era il potere, immutato, del Parco.

Il capitano John Ericsson (18..)  padre del Monitor, la prima unità navale corazzata degli USA.

Il capitano John Ericsson, padre del Monitor, la prima unità navale corazzata degli USA.

Le statue del Battery Park

Battery Park è ricco di memoriali dedicati al mondo marittimo. Tra i monumenti eretti nella zona, a cavallo tra la fine dell'800 e i primi del 900, spiccano la statua dell'ingegnere John Ericsson, progettista della Monitor, la prima nave corazzata costruita nei cantieri di Brooklyn e passata alla storia come vincitrice della battaglia di Hampton Roads nel 1862, durante la Guerra Civile americana. La statua, con il protagonista che tiene in mano un modello della nave, fu scolpita nel 1893 da Jonathan Scott Hartley (1845-1912), originario di Albany (stato di New York). Hartley passò lunghi periodi in Europa, tra Germania, Parigi e Roma, per poi aprire uno studio a New York City. L'altra statua celebre è opera di un italiano di Palermo, Ettore Ximenes, scultore e illustratore, e raffigura il busto del navigatore Giovanni da Verrazzano. Posata nel parco nel 1909 diede forma al tributo che l' America volle dare al primo europeo che osservò le acque della baia di New York. Ximenes fu un artista eclettico, viaggiatore, capace di passare dalle illustrazioni per opere di Edmondo De Amicis (Il Vino, 1897 ca.) all' arte scultorea con commissioni da ogni parte del mondo tra cui due statue di Dante Alighieri; una a Washington e l'altra a New York di fronte al Lincoln Center of the Performing Arts.

La statua di Giovanni da Verrazzano, opera di un italiano, il palermitano Ettore Ximenes.

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