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Downtown II > I Grattacieli della Finanza
"Necessità di spazio, contingenze tecniche, o soprattutto l'obbligo di arretrare i piani più alti per non rubare la luce al building dirimpetto, danno posizioni impensate a questi buildings, conglomerati di cubi, di blocchi, di sporgenze. Una fantasia geometrica - primitiva e nuova - sostituisce gli antichi ritmi decorativi, queste progressioni di terrazze triangolari rientranti, queste scalee nel cielo a spigoli ciclopici, avrebbero infiammato un Wagner, questi pesi terrestri, a prima vista brutali, hanno anima, hanno avventure prospettiche, hanno spalle e sguardi, come Sfingi."
Con queste parole nel 1931 il giornalista e professore siciliano Giuseppe Antonio Borgese, rifugiatosi in America dopo aver rifiutato di giurare fedeltà al regime fascista, raccontò la bellezza dei grattacieli offrendo al tempo stesso una lirica descrizione degli effetti che la legge urbanistica nota come Zoning Law ebbe sulla città di New York (rif. Atlante Americano, scritto nel 1931 e pubblicato a Firenze nel 2007 dalle edizioni Vallecchi).
Lo sviluppo architettonico iniziato alla fine del diciannovesimo secolo e proseguito in maniera rapida nei primi anni del ventesimo secolo fu un segno inarrestabile del progresso, non esente però da risvolti negativi. Molte strade di New York, sempre più compresse dall'esplosione architettonica di grattacieli massicci e squadrati che superavano anche i quaranta piani, erano oramai dei canali bui e poveri d'aria. Il culmine di questa situazione si verificò nel 1915 con la costruzione del nuovo Equitable Building, un enorme doppio parallelepido che incombeva sulla Broadway, a soffocare le strade limitrofe.
Il governo della città della città si rese conto che una legge urbanistica destinata a migliorare la situazione era urgente. Fu così che nel 1916 fu varata la prima Zoning Law (o Zoning Resolution) di New York City.
I palazzi paralleli al terreno del distretto finanziario di New York. Cartolina del 1907.
Una fotografia panoramica della New York ''squadrata'' del 1910.
L'idea era quella di far arrivare luce ed aria alle strade senza porre limiti all'altezza dei grattacieli ma solo alla loro forma. La soluzione fu trovata con una norma che consentì ai costruttori di erigere i nuovi buildings in rapporto diretto alla larghezza della strada in cui venivano costruiti.
Si trattava di una formula (composta in realtà da cinque formule differenti) che limitava e definiva la quota e il volume degli edifici alti imponendo ad ogni grattacielo, una volta raggiunta una misura massima di altezza sul marciapiede (in genere circa 50 metri), di arretrare progressivamente in linea con una diagonale proiettata dal centro della strada antistante. Veniva comunque concesso di costruire una torre di altezza illimitata solo se la stessa occupava non più del 25% del lotto di proprietà. Quest'ultima condizione aveva come importante conseguenza la possibiltà per i proprietari di grandi appezzamenti di arrivare a vette elevatissime e potenzialmente molto remunerative, come nel caso dell' Empire State Building.
La lower Manhattan ''post Zoning Law'' in una foto aerea del 1929.
La Zoning Law all'apice della sua applicazione in una cartolina del 1936.
Per garantire la luce naturale e la ventilazione agli uffici, così come previsto dalla nuova legge, i progettisti ricorrevano spesso a piante ad H o ad U in maniera che con un sapiente gioco di corti interne i parametri di aerazione e illuminazione fossero il più possibile rispettati.
Se i metri quadri a disposizione erano relativamente pochi, sarebbe stata la creatività degli architetti a sviluppare progetti attraenti, dalle geometrie ardite (es. Hotel New Yorker) o dalle linee slanciate (es. Chrysler Building) coniugando la fantasia artistica all'altezza economica, ovvero il principio secondo il quale si stabilisce il numero di piani che una società immobiliare deve costruire per ottenere il massimo ritorno in relazione alle somme investite. Il risultato di questa equazione a volte portava a una riduzione del numero di piani previsti inizialmente (es. Cunard Building) poiché i costi delle fondamenta e dell'acciaio necessari a superare una certa soglia avrebbero abbassato i guadagni per piano affittato.
L'arretramento progressivo, quasi piramidale del perimetro di base dei grattacieli, divenne così un segno distintivo, un'impronta indelebile nella skyline della città e nell'immaginario collettivo e, non ultimo, consentì ai raggi di sole di illuminare strade, uffici e stanze d'albergo di New York.