Old New York City Project


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Photo Studios

The Project

Alla base della grande produzione di cartoline della fine dell'800 e dei primi del 900 c'erano le foto scattate, pubblicate e distribuite, da studi fotografici che da pionieristici si trasformarono in pochi anni in agenzie di successo mondiale.
Tra i nomi delle case editrici delle antiche cartoline di New York City appaiono, con una certa frequenza, firme quali
Underwood & Underwood, Detroit Publishing Co., e Irving Underhill, che con il loro lavoro hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella storia della fotografia e nella diffusione di massa della cultura iconografica. Quella della fotografia è una storia che fonde spirito d'avventura, tecnologia e senso imprenditoriale, e la cartolina ha permesso, ancor prima e in maniera più personale della stampa giornalistica, la divulgazione di quella che da invenzione sarebbe presto diventata arte.

Underwood and Underwood

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Elmer Underwood (1859 -1947).

Elmer Underwood (1859-1947).

La sigla deriva dal cognome di due fratelli, Elmer e Bert Underwood, che fondarono la loro società di produzione e distribuzione fotografica nel 1880 ad Ottawa nello stato del Kansas. Le prime produzioni furono le fotografie stereoscopiche, da vedere con lo stereoscopio, strumento che dà l'illusione ottica della tridimensionalità presentato ufficialmente alla Grande Esposizione Universale di Londra nel 1851 con immediato successo e che intorno al 1960 si è "reincarnato" nel giocattolo conosciuto in tutto il mondo come " View-Master". La stessa Underwood & Underwood produsse una serie di stereoscopi, venduti in tutti gli USA. I fratelli iniziarono a vendere le loro "stereo views" porta a porta, guadagnandosi se non la gloria almeno quanto bastava per vivere. La loro costanza e la qualità delle loro fotografie fece il resto ed il successo arrivò. In breve divennero l'agenzia esclusiva per tre delle più importanti case di produzione di stereoscopie.

Bert Underwood (1862 -1943).

Bert Underwood (1862-1943).

La Underwood & Underwood fissò la sua sede nel 1891 a New York City ed aprì uffici in parecchie città degli Stati Uniti, nonché in Canada e in Inghilterra.
Qualche anno dopo il loro trasferimento a New York, città principe dell'editoria, i due fratelli iniziarono a vendere le loro foto a quotidiani e magazine mensili della città in grado, finalmente, di riprodurre immagini oltre ai testi ed anche i soggetti delle loro fotografie newyorchesi iniziarono non solo a ritrarre l'architettura della città ma anche a raccontare i molti eventi

della metropoli e del mondo intero. Uno dei primi servizi di Bert Underwood riguardò la guerra greco-turca del 1897 che raccontò per immagini mentre era sul fronte in compagnia dei soldati greci. Nel 1901 la produzione di fotografie stereoscopiche toccò le 25.000 copie al giorno e la vendita annuale superava le 300.000 unità. Molti fotografi si unirono all'agenzia e i giornali si rivolgevano sempre più a loro preferendo le immagini reali ai disegni e alle incisioni che stavano oramai scomparendo dalla stampa quotidiana.
Nel 1904 la
Underwood dominava oramai il mercato e lo avrebbe fatto per i prossimi trent'anni e oltre, sino alla chiusura avvenuta nel 1940, in piena Seconda Guerra Mondiale.

Detroit Publishing Company

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I fondatori e i manager della Detroit Publishing Company. Al centro William H. Jackson , in alto a sinistra William A. Livingstone.

La Detroit Publishing Company, nello stato del Michigan, è stata una delle più grandi case editrici e distributrici di cartoline e riproduzioni fotografiche durante le prime decadi del ventesimo secolo.
L'azienda fu fondata nel 1890 dall'editore e uomo d'affari di Detroit
William A. Livingstone Jr. e dal fotografo Edwin Husher con il nome di Detroit Photographic Co. che sarebbe stato mantenuto sino al 1905.
La svolta avvenne quando i due acquisirono i diritti in esclusiva per l'utilizzo del sistema di conversione delle foto in bianco e nero a colori noto come "
Photocrom", brevettato in Svizzera e americanizzato in "Phostint".
Le cartoline fotocromatiche erano realizzate attraverso un processo fotomeccanico usando impianti litografici multipli.
Ogni colore richiedeva una lastra litografica e per realizzare una singola matrice di cartolina colorizzata si andava da un minimo di quattro sino a quattodici lastre.
Questo laborioso sistema consentì la produzione di massa di immagini a colori per cartoline, stampe, album fotografici, tutti prodotti che ebbero un immediato successo.

Il negozio della Detroit Photographic C0. al n. 218 della Quinta Strada nel 1900. Foto di Henry G. Peabody. Detroit Pub. Co. Collection.

Nell'autunno del 1897 Livingstone convinse il fotografo paesaggista William Henry Jackson ad entrare nella società. L'arrivo di Jackson aggiunse al catalogo della Detroit migliaia di nuove immagini vista la grande quantità di scatti che il grande fotografo,

Herald Building, 1903. Courtesy of Library of Congress, LC-D4-16298.

primo a realizzare un servizio dal parco di Yellowstone, aveva effettuato a New York e in tutta l'America.
Durante il momento di massima espansione la Detroit Publishing Company giunse a vendere milioni di stampe fotografiche l'anno con agenzie aperte a
New York City, Los Angeles, Londra, Zurigo, oltre alla sede di Detroit.
Nel 1903 Jackson divenne manager dell'azienda ed ebbe meno tempo per viaggiare e scattare fotografie. Nuovi fotografi, tra i quali
Joseph Byron, Edward Hart, Henry Greenwood Peabody e John S. Johnstone, svolsero dopo quell'anno gran parte dei lavori, ai quali si aggiunsero, di quando in quando, ritoccatori che aggiungevano piccoli particolari di abbellimento alle scene. Le cose andarono bene sino alla prima guerra mondiale che segnò il declino delle vendite di articoli voluttuari come cartoline e stampe. Terminato il

Il palazzo comunale (City Hall) nel 1905. Courtesy of Library of Congress LC-D4-12491.

Miss Liberty nei primi del 900.Courtesy of Library of Congress Prints and Photographic Division, Detroit Publishing Company Collection.

Miss Liberty nei primi del 900. Courtesy of Library of Congress.

conflitto, la speranza di ritornare ad essere leader del settore svanì presto.
Nel dopoguerra nuove, moderne e più economiche tecnologie di stampa furono utilizzate da altre case editrici e distributrici, le quali si impadronirono presto del mercato, sancendo la fine del primato della società di Detroit, destinata a chiudere di fatto nel 1924, anche se la liquidazione formale avvenne qualche anno dopo, nel 1932.

L'Hippodrome, il gran teatro sulla 46esima, dove si tenevano grandi spettacoli ed esibizioni circensi. Courtesy of Library of Congress, Prints and Photographic Division, Detroit Publishing Company Collection.

L'Hippodrome, sulla 46esima. Courtesy of Library of Congress.

Oggi oltre 28.000 scatti originali della Detroit Publishing Company fanno parte dell'Archivio Libreria del Congresso degli USA e costituiscono un patrimonio iconografico straordinario dell'America di un tempo.

Irving Underhill

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Il Fuller Building, noto come Flatiron (''ferro da stiro'') in una foto del 1910. © Irving Underhill.

La frase "è un'immagine da cartolina" pronunciata a commento di una fotografia ha il più delle volte un'accezione negativa, a sottintenderne la banalità e, di conseguenza, la lontananza dall'arte e dalla ricerca di originalità.
La considerazione assume un valore molto relativo se prendiamo ad esempio il lavoro di
Irving Underhill, il fotografo delle cartoline di New York per eccellenza, autore di migliaia di scatti che hanno immortalato la città e la sua architettura con una pulizia d'immagine, un senso delle proporzioni e uno spirito documentaristico senza precedenti.
Nato nel 1872 dalla famiglia il cui cognome è lo stesso del capitano
John Underhill, il primo anglosassone a scrivere un libro in lingua inglese su New York nel 1638 (News from America), Irving iniziò prestissimo a scoprire la magia della fotografia, aprendo il suo studio nel 1890. Fotografo instancabile, alla ricerca perenne della prospettiva giusta, si avvicinò con grandi risultati alla tecnica della fotografia panoramica (accostamento di vari scatti a comporre un'unica immagine) che, sperimentata già alla metà dell'800, trovava nella città di New York un soggetto ideale. Le skyline di Underhill sono pietre miliari della fotografia newyorchese. In quegli anni di inizio secolo e per i due-tre decenni a seguire hanno documentato in maniera superiore a qualsiasi parola la crescita verticale e frenetica della città.
Sezioni di queste viste panoramiche si trasformavano in cartoline straordinarie e il fascino dell'immagine, pur parziale rispetto all'idea originaria, restava comunque intatto.
Di importanza storica sono i gli
scatti dei palazzi in costruzione, testimonianza diretta della nuova architettura, di quelle gabbie d'acciaio rivestite di cemento che hanno rivoluzionato l'edilizia mondiale. Irving Underhill, ha lavorato ininterrottamente sino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1960, lasciando in eredità non solo una collezione straordinaria di fotografie e di cartoline, ma anche uno stile descrittivo, preciso e spontaneo, capace di colpire l'immaginazione di chiunque osserva i suoi lavori. Nessuna foto turistica della città, che sia scattata con una macchina professionale o con un telefonino, può prescindere in maniera più o meno cosciente dalla lezione di Underhill.

Il Metropolitan Life Building, divenuto soggetto di numerose cartoline. Foto del 1910, © Irving Underhill.

Il Singer Building in primo piano fotografato dal n.120 della Broadway nel 1916. © Irving Underhill.

Vista a volo d'uccello su New York City. Fotografia scattata dal Woolworth Building nel 1913. © Irving Underhill.

Foto panoramica della skyline di New York City scattata da Underhill nel 1908. Courtesy of The Library of Congress LC-USZ62-110212.

Park Row e la City Hall, foto panoramica del 1911. © Irving Underhill.

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